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mercoledì, dicembre 13, 2006

In morte del 33 giri...



Si discuteva ieri sera in msn con fabiuz circa il futuro dei dischi o, meglio dei cd.
La mia opinione era ed è che i dischi intesi come ex-33 giri scompariranno perdendo sempre più il loro senso.*
Mi spiego.
Parliamo inanzitutto di musica inedita.
Per quella già edita e vecchia c'è già qualche programmino pseudo-legale che consente di trovare parecchia roba...

Secondo me in futuro (magari nemmeno tanto prossimo, per carità) accadrà che dapprima gruppi piccoli, ma seguiti sicuramente da gruppi grossi, metteranno tutta la loro musica appena prodotta in rete per consentirne un uso immediato da parte del pubblico.
Forse ci sarà un modo per pagare un tot a canzone, o forse neanche quello.
Ma questo è un altro discorso.**

A questo punto potrebbe accadere che il celebre gruppo POCOPRODUTTIVO, avendo solo 5 brani notevoli, non sarebbe più costretto ad attendere la composizione di altri 5 brani, di solito puri riempitivi e di livello scadente.
Anche il gruppo MEGAPRODUTTIVO si darebbe una calmata conscio che, se prima coi cd si sentiva in obbligo di stiparli di 85 minuti di musica poco interessandosi se qualcuno li avrebbe ascoltati realmente tutti, domani dovrà concentrarsi su massimo una decina di pezzi veramente notevoli.

Questo discorso si lega al fatto che, saltando via completamente la distribuzione e quindi la mediazione delle case discografiche, i gruppi (tanto quello sfigato che quello cool) potranno arrangiarsi con la produzione dei brani e quindi potranno "pubblicare" i brani a loro piacimento, anche uno alla volta, come si fa con i video dei singoli al giorno d'oggi.

Ciò porta al discorso che volevo fare all'inizio.
E cioè che si tornerà ai vecchi singoli, ai nipoti dei 45 giri.

Sicuramente ci deve essere una storia ben precisa e anteriore che ignoro, ma per quel che ne so, i 33 giri negli anni '50 erano una sorta di "raccolta" di singoli di successo e mi pare fossero stati proprio i Beatles i primi a considerare il 33 giri come entità a sè stante, composta da inediti e con un suo senso compiuto. Se non erro il primo "With The Beatles" era ancora una sorta di "compilation" di 45 giri. ***
Al di là degli errori che posso aver commesso in questo paragrafo, ciò che voglio dire è che, forse, questa concezione del 33 giri inteso come un tutto da fruire come un tutto si perderà.
Forse si ritornerà ai singoli e alle raccolte di successi...
Di sicuro con Eddie Rhodes e forse con gli Stand l'idea sarebbe proprio questa.
Anche se credo non saremo di certo noi ad avere il merito o la colpa d'aver dato il colpo di grazia a tutto ciò...:-)

Sarà un bene?
Sarà un peggioramento?
O sarà così e basta?
Il mio interlocutore di ieri sera pareva triste della cosa (certo dispiace anche a me e parecchio) e comunque non molto convinto...
Che ne pensate?

(*) Adoro il vinile e l'imamgine sopra, non so a voi, ma a me mette un'angoscia disarmante. Ogni graffio su un 33 giri per me è sempre stata una coltellata al cuore. Immaginarsi un vinile rotto. Per me è un'immagine da film horror ma il discorso è grave e l'ineluttabilità è dietro l'angolo.
(**) Su questo ci sarebbe da discutere, sulla gratuità o meno della musica. Qui per ora diamo per certo che un qualche profitto ci sia.
(***) Chiedo venia agli esperti di Beatles e anzi attendo smentita e lumi al riguardo

9 commenti:

fabiuz ha detto...

è un'utopia il tutto...e va a scapito della qualità.

Anonymous ha detto...

*** Il primo dei beatles fu in effetti "please please me" e non "with the beatles", che arrivò secondo, ma questo poco conta.
Tutt'altro che esperto pure io, tuttavia trovo una certa verità in quanto affermi. Il 33 giri nella musica pop (anche se il termine può essere nato dopo, intendo quel che non era jazz nè classico nè avanguardia nèil nascente cantautorato - il che lascia comunque fuori una bella fetta di muzika) veniva visto come la possibilità di capitalizzare il successo che poteva aver avuto il (od i) 45 giri del cantante o gruppetto di turno (molti dei quali ormai persi nella memoria di qualche anziano dj), per vendere un prodotto che poteva, suppongo, assicurare maggiori margini di profitto. Di conseguenza il 33 giri non aveva caratteristiche più profonde oltre a quella di contenere n canzoni in luogo delle due del 45. L'arrivo dei beatles ha significato qualcosa in questo scenario. Anche se nei loro primi dischi, fino mi pare a Help compreso, le cover erano parecchie, essi si imponevano come compositori oltre che come performer, integrando due figure in precedenza distinte. Non mi arrischierei a dire che siano stati solo loro i rivoluzionari solitari che hanno reso il concetto di album come lo intendiamo oggi - poi salta sempre fuori il gruppo sconosciuto che era arrivato prima - ma è indubbio che abbiano dato il loro bel contributo, almeno con il sergente e l'abbey road. (Adesso mi emoziono) Ricordiamo comunque che si parla della manciata di anni successivi al '66, il periodo in assoluto più felice e prolifico e scintillante della storia della musica pop, in cui è stato suonato tutto e il rovescio di tutto, e di cui benemeriti archeomusicologi stanno ancora riportando alla luce gemme ingiustamente dimenticate, per cui è a tutt'oggi difficile fare bilanci definitivi che non siano legati al semplice successo presso il pubblico pagante. (Chissà se ha senso tutto quel che ho scritto ?).
Certo lemi magari non sarai ricordato nei libri di storia della musica come il fautore del cambio di paradigma discografico, ma almeno sei cosciente di quel che fai, e non mi sembra poco.

"I, for one, welcome our music consumption paradigm-shift overlords"

alberico

Lemi ha detto...

@fabiuz: Baricco ti risponderebbe che per i barbari conta la quantità. Combattere tutto ciò sarebbe come combattere contro i mulini a vento, temo. Quindi meglio capire come va e agire di conseguenza, secondo me...

@alberico: Un altro ottimo lettore della cui visita mi sento onorato, nulla da dire...Ebbene hai ragione, c'era prima "Please please me" e concordo in tutto ciò che hai scritto, ottime osservazioni. Certo, magari noi Stand diventeremo il solito gruppo sconosciuto che salterà fuori nel 2035...:-)

fabiuz ha detto...

io non penso si tratti di prendersela contro un nemico che non c'è. Dico solo che la tua mi pare una scelta dettata da pigrizia e comodità...come dice qualcuno, fatto l'inganno, si trova la legge..
stai dando una giustificazione teorica, quasi ideologica, di un qualcosa che fai per tutt'altri motivi...

Lemi ha detto...

Ti sbagli.
Metti che facciamo il cd.
Chi se lo compra?
Quando?
A quanto?
Una volta esaurita la schiera degli amici le copie restano li.
Quindi a cosa serve?
Nulla.

Su internet un utente non deve fare alcuna fatica. Fruisce immediatamente. Ascolta e se gli piace scarica e ascolta in giro.
Questo si è farsi conoscere. Poi, certo, vale ancora la pubblicità fatta suonando in giro, ma prova a pensare: Vado ad ascoltare un gruppo; non sempre mi vien voglia di comprare il cd; se però appena tornato a casa trovo le tracce in rete magari me le ascolto volentieri, per quel che mi costa e magari me le scarico.
Questa è la mentalità che sarà sempre più diffusa.

La pigrizia sta solo nell'evitare di perder tempo e fatica in cose inutili e passate. Si chiama principio di economia che, fino ad oggi, ha mosso tutta la società e che sotterrerà le case discografiche.

Anonymous ha detto...

...e se di pigrizia si tratta, aggiungerei, è pigrizia bilaterale, visto che io come ascoltatore propendo totalmente verso la tesi del lemi. Possiedo sicuramente più di cento cd (originali. Non voglio certo buttarla su chi ne ha di più, ma solo per dire che qualche lira in musica l'ho smenata), e non li ascolto più. Nell'ultimo anno non credo di averne comprati più di tre. Il mio stereo è collegato al pc, la musica che voglio ascoltare è lì dentro ormai da anni, che si tratti dei miei cd legalmente riversati oppure no. Che io sia un campione statistico o un campione di accidia, il cd come medium ha le ore contate.
E non venitemi a dire che il vinile...

alberico

fabiuz ha detto...

si vede che i cd che hai comprato non valevano così la pena di vivere dentro ad un cofanetto e ad una copertina, e di essere ascoltati infinite volte senza la possibilità con un clic di cambiare completamente genere e scegliere un'altra canzone su migliaia, come succede su i tunes.

Lemi ha detto...

quello è il feticismo del supporto tecnologico...
Che capisco, per carità.
Ma che ormai le nuove generazioni (e anche io un pò) trovano superato.
Bello ma ormai...

fabiuz ha detto...

bah, contenti voi! che vi devo dire?